Piloti in quarantena, Giorgio Sernagiotto: “Dedico tanto tempo a mia mamma” [INTERVISTA]
Come si tiene occupato il pilota veneto
Prosegue la nostra rubrica di “Piloti in quarantena” che dà ampio spazio ai piloti durante questo periodo difficile per tutti. Concludiamo il trio di Cetilar Racing del FIA World Endurance Champinship con Giorgio Sernagiotto, impegnato anche a lavoro attraverso la sua concessionaria.
Ciao Giorgio, innanzitutto: come stai e dove stai passando la quarantena?
«Sto benissimo, sto passando la quarantena tra Asolo e Caerano di San Marco [entrambe in provincia di Treviso, Veneto ndr] dove ho la casa di mia mamma e la concessionaria. Fortunatamente noi possiamo essere attivi solo per le urgenze ma, comunque, un po’ di lavoro ce l’abbiamo con le precauzioni del caso. Riesco a tenere un po’ di attività e a non essere chiuso in casa continuamente. Vedo mia mamma sia a pranzo che a cena, le tengo alto il morale che, invece, sta chiusa in casa cercando di evitare contatti per evitare problemi soprattutto perché non è più giovanissima. Almeno gli facciamo compagnia, passiamo del tempo che probabilmente prima non avevamo quasi mai passato insieme».
Come ti stai tenendo in forma come pilota? Qual è la maggiore difficoltà di allenarsi da solo e in casa?
Sì, riesco a tenermi in forma. Mi sono fatto dare un programma dal mio preparatore da fare a corpo libero perché non ho la palestra, però oggi con due strumenti “low-cost” e un po’ di corpo libero ci si riesce a tenere in forma abbastanza. Lavorando ho anche più spazio per muovermi, correre e usare gli spazi della concessionaria come campo d’allenamento. Il problema di allenarmi da solo – che comunque già facevo prima perché, tranne quella volta ogni due mesi che andiamo da Formula Medicine, non è che ho tanti altri rapporti – è che, diciamo, mi manca il mio preparatore perché purtroppo la pigrizia o il voler mettersi lì a trovare la motivazione e allenarsi è un po’ più difficile. Aiutano molto le belle giornate, il mio parco auto che è molto grande e la voglia di stare all’aria aperta. Riesco a trovare motivazioni che non avrei normalmente fuori dalla quarantena.
Purtroppo è saltata la trasferta a Sebring, ma il FIA WEC ha posticipato Spa-Francorchamps e Le Mans. Cosa ti manca dell’attività in pista? Quanto è difficile rimanere concentrati per un obiettivo come la 24 Ore che è stata spostata in avanti?
La scelta da parte di ACO è stata giusta: posticipare il più possibile l’attività è corretto, andare a sfruttare agosto se ci si potrà muovere liberamente è un’altra cosa intelligente visto che era un periodo un po’ vuoto. Trovare la motivazione per la 24 Ore di Le Mans non è assolutamente difficile dato che rimane la gara più importante per noi, anzi… C’è una motivazione in più perché sarà in un periodo strano, che non abbiamo mai vissuto prima e con una notte più lunga: ci sono delle variabili da stare attenti e di cui nessuno di noi conosce. Mi manca tanto purtroppo la pista perché, come sai, io oltre al WEC faccio tante altre attività e ci passo tre-quattro giorni normalmente. Mi manca tutto: l’odore delle gomme, del motore, dell’olio, le persone che mi circondando – che poi sono i miei amici e il mio team –, i team con cui collaboro, i miei piloti a cui faccio da coach… Mi manca svegliarmi alle cinque di mattina per farmi tre ore di strada e arrivare in tempo a fare una qualche giornata in pista. Mi mancano i sacrifici che facevo e non vedo l’ora che si riapra questa situazione perché, se nelle prime due settimane in qualche modo l’ho vissuta come una vacanza, adesso comincia a pesare – anche perché sai, per noi è il nostro lavoro e se non vai in pista non porti a casa la pagnotta, comincio a preoccuparmi da quel punto di vista [e ride ndr].
Come un pilota e un appassionato come te passa il tempo con il motorsport, oltre ovviamente agli allenamenti?
Come accennato prima, sto in concessionaria e riesco a leggere. Sto finalmente leggendo dei libri che avevo sul cassetto da tanto tempo, come la biografia di Niki Lauda, di James Hunt e di Agassi [Andre, tennista statunitense ndr], che ho già letto ma sempre molto bella. Sto scrivendo qualche testo personale: avevo da tempo in testa di voler scrivere qualcosa che poi rimarrà e chissà se un giorno diventerà pubblico… Non lo so, ma intanto lo scrivo e mi piace l’idea d’imprimere su carta qualcosa che ho in testa: mi libero anche di un po’ di idee che mi giravano nel cervello. Sto guardando anche un bel po’ di video: delle vecchie 24 Ore di Le Mans e gare di durata, dei pezzi interi della 12 Ore di Sebring per capire come si sviluppano le gare americane, un sacco di camera car di circuiti in cui andremo a correre – soprattutto di vetture Gran Turismo, che mi interessa per un eventuale futuro di quel tipo – e dedico tanto tempo a mia mamma.
Che messaggio positivo vuoi lasciare ai lettori e agli appassionati?
Non mi sento una persona che può mandare un messaggio, ma guardo quello che voglio lasciare a me stesso e dico che voglio essere meglio di prima. È una situazione grave e difficilissima perché tante persone stanno soffrendo, addirittura alcune stanno venendo a mancare, e questa è una tragedia. Noi che siamo sani e sereni possiamo prendere questo periodo per migliorare quello che eravamo. “Better than before”: mi è piaciuto, ho fatto anche un hashtag – no, sto scherzano [e ride ndr], però potrei farlo! Quando mai ci ricapiterà di avere del tempo per noi, per le nostre persone, per le nostre passioni, per quelli che sono tanti programmi messi in un angolino? Con le vite che facevamo e che, purtroppo, torneremo a fare saremo sempre stra-incasinati, mentre invece questa è un’opportunità per sfruttare questo momento e migliorarci.
Copyright foto: Fabio Taccola
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